Sul mondo delle auto elettriche circolano spesso molte voci contrastanti, alcune delle quali sono dei veri e propri falsi miti da sfatare: scopriamone dieci in quest’articolo.
Indice
Autonomia solo per la città
Al contrario di quanto si sente e si legge spesso, le auto elettriche non hanno autonomie così ridotte per funzionare solo in città ma sono molto più versatili di quanto si pensi. Difatti le autonomie sono ormai sempre più estese e garantiscono versatilità anche per le gite fuori porta, le vacanze e i gli spostamenti più lunghi. In media si possono percorrere oltre 300km in ciclo misto ma ci sono modelli più virtuosi. Insomma, come si legge anche sul sito Jaguar, le percorrenze di appena 100km sono solo un ricordo del passato.
Certo, tutto può variare in base alla percorrenza abituale, allo stile di guida, alle condizioni meteorologiche e ad altri fattori ma è giusto sottolineare che sono davvero pochi i modelli che offrono percorrenze e autonomie ridotte e adatte solo per la città. Inoltre, grazie a strumenti e funzioni come la pompa di calore e il pre-condizionamento, l’autonomia non subisce cali drastici neppure quando si usa il climatizzatore o quando ci si muove in climi freddi.
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Troppa attesa per la ricarica
La ricarica lenta e scomoda non è un obbligo: chiariamo subito che per quanto possa risultare scomodo attendere molteplici ore per la ricarica completa dell’auto elettrica, questa non è necessariamente la prassi. Difatti, esistono diverse soluzioni di ricarica che ben si adattano ai diversi momenti della routine di guida e alle diverse esigenze. Ad esempio, se si ha necessità di ricaricare velocemente l’auto elettrica, si possono usare le colonnine rapide, cosiddette fast charge, per raggiungere generalmente in 30 minuti un range più che soddisfacente (solitamente il classico 20-80%). Certo, è ovvio che la ricarica più lenta, da fare sempre con colonnine pubbliche o con wallbox a casa (o persino presa domestica anche se non è l’ideale su base continuativa) solitamente ha un costo più contenuto ma la versatilità è il vero game changer.
Si può caricare abitualmente l’auto con la propria wallbox a casa, in un intervallo che va da poche ore a tutta la notte in base alla potenza disponibile, così come ricaricarla più o meno velocemente presso le colonnine pubbliche per rifornimenti utili e pianificati oppure rapidi e d’emergenza. Piena libertà di scelta, soprattutto se ci si dota di apposite app per la gestione dei vari fornitori di ricarica, per monitorare i prezzi, gli abbonamenti e così via.
Assenza di colonnine sulle strade
Le colonnine sono poche e diventa una caccia al tesoro trovarle al bisogno: questo è uno dei più diffusi falsi miti sulle auto elettriche e deriva, probabilmente, da considerazioni fatte agli albori di questa tecnologia. Nel corso degli anni, tuttavia, le infrastrutture di ricarica si sono diffuse in modo sempre più capillare. Stando ai dati di Motus-E, in Italia, alla data del 31 marzo 2024, risultano installati 54.164 punti di ricarica a uso pubblico.
Ne deriva che basta guardare una mappa per individuare quelle più vicine ai vari punti di interesse, sia in città che fuori città, e programmare tragitti e viaggi in modo comodo e sereno, senza l’ansia di non poter ricaricare l’auto.
Certo, è possibile che alcuni punti siano più affollati di altri, così come è possibile che si verifichino dei guasti su qualche colonnina ma, generalmente, è possibile vedere lo stato della colonnina nelle varie app dei fornitori di ricarica.
Noia e poco divertimento di guida
Le auto elettriche sono noiose, non offrono divertimento di guida: ancora uno tra i principali falsi miti sulle auto elettriche. Le BEV offrono accelerazioni immediate, sono scattanti, non presentano vibrazioni fastidiose e, nelle versioni più performanti, sono paragonabili alle sportive termiche, non a caso esistono versioni estreme di molteplici marchi.
Da appassionato di auto da praticamente tutta la vita, posso certamente dire che se da un lato la mancanza del sound di un’auto termica incide (in un certo senso) sull’esperienza complessiva, questo vale solo se parliamo di auto con motore a combustione ad alte prestazioni e non di auto comuni per la vita quotidiana. Personalmente, al sound di un’auto comune preferisco il silenzio dell’auto elettrica (la quale ha comunque i suoi suoni distintivi e i suoi avvisi per la sicurezza dei pedoni). L’auto divertente da guidare (inteso come la vera sportiva) la si usa in pista, se si ha questa passione, e non nel traffico di tutti i giorni, considerando che va messo al primo posto il rispetto del Codice della Strada e la tutela della sicurezza di tutti gli utenti della strada, quindi non si sente la mancanza di sound e prestazioni, considerando il vantaggio di una guida più rilassata, con minore inquinamento acustico, ma pur sempre agile e scattante (se si esagera con l’acceleratore ci si incolla al sedile con le auto elettriche data l’immediatezza della coppia motrice) oltre che più comoda e semplice da guidare nel traffico.
Durata della batteria
Dopo qualche anno le batterie non sono da buttare via, come affermano certi falsi miti sulle auto elettriche, ma possono garantire ancora performance di tutto rispetto. Difatti, la maggior parte dei pacchi batteria presenti sulle auto elettriche può percorrere anche 8-10 anni conservando circa il 70% o l’80% della loro capacità di fabbrica, quindi offrendo prestazioni ottimali. Dopo questo intervallo di tempo, che generalmente può verificarsi anche al superamento di una certa soglia chilometrica, le batterie non sono da buttare via. Potrebbero continuare ad alimentare l’auto, a patto di avere una minore efficienza (anche se non è detto che ciò avvenga subito, potrebbero arrivare anche a circa 300.000-400.000km – come si legge sul sito Jaguar) oppure possono essere utilizzate in altri impieghi (ad esempio l’accumulo di energia) o riciclate secondo le disposizioni di legge e delle varie case produttrici. L’importante è considerare il rispetto dell’ambiente e delle normative.
Garanzie sulle batterie
Strettamente correlato al tema relativo alla durata nel corso di anni e chilometri, solitamente si sente parlare di una scarsa copertura in garanzia delle batterie delle BEV. In realtà, in media, i produttori offrono garanzie che vanno di pari passo con il mantenimento della capacità del 70%-80% che abbiamo visto prima, quindi generalmente di 8-10 anni e di circa 150.000-160.000km. Ciò significa che se la batteria ha un problema di fabbrica e offre prestazioni non in linea con le specifiche, la garanzia coprirà appunto queste problematiche. Inoltre, per chi vuole stare ancora più tranquillo, iniziano a diffondersi anche assicurazioni specifiche per le auto elettriche con coperture appositamente progettate per le batterie. Ma, generalmente, è giusto notare che, stando a molte previsioni, la durata di una batteria moderna spesso arriverà a coincidere con la vita utile del mezzo stesso.
Affidabilità in vacanza
Legato al tema dell’autonomia e della diffusione delle colonnine di ricarica, tra i falsi miti più comuni troviamo la cosiddetta scarsa affidabilità in vacanza delle auto elettriche. Basta aver letto i paragrafi precedenti per capire che non è questo il caso e che è sufficiente considerare i percorsi e i punti di ricarica lungo la strada e a destinazione per poter programmare agevolmente un viaggio, anche con qualche sosta per la ricarica qualora si parlasse di distanze importanti. Certo, cambia l’idea del viaggio che non può essere più totalmente all’avventura ma che richiede un minimo di pianificazione ma è chiaro che in caso di imprevisti, se la pianificazione è buona, è davvero difficile trovarsi senza batteria residua e senza colonnine allo stesso tempo.
Uso al freddo e sulla neve
Un tempo, le auto elettriche soffrivano le temperature rigide e i climi freddi in quanto le prestazioni della batteria di trazione ne venivano maggiormente influenzate. Lo sviluppo degli ultimi anni ha migliorato la gestione delle temperature e ha anche reso sempre più di serie strumenti quali la pompa di calore e i sistemi di pre-condizionamento, anche in remoto tramite app, i quali garantiscono all’auto la temperatura ideale di esercizio e dell’abitacolo, rispettivamente durante la marcia e prima di partire così da avere a disposizione efficienza e ridurre le eccessive richieste energetiche per il climatizzatore.
Leggi anche: Pompa di calore nell’auto elettrica: a cosa serve?
Sovraccarico della rete elettrica
Ricaricare le auto elettriche non dovrebbe comportare alcun sovraccarico della rete elettrica, lo leggiamo sul sito ufficiale di Volkswagen, che parla di uno studio del Politecnico di Milano e che afferma che la rete elettrica italiana potrebbe tranquillamente sopportare un boom di richieste di ricarica.
Secondo uno studio del Politecnico di Milano, se in Italia circolassero 1 milione di veicoli elettrici, l’incremento che si avrebbe sui consumi di elettricità nazionali per la loro ricarica sarebbe di circa lo 0,3% ogni anno. In termini energetici l’impatto di un’infrastruttura di ricarica capillare integrata nella rete di distribuzione elettrica, anche in uno scenario futuristico, sarebbe comunque marginale.
Fonte: Volkswagen
Sicurezza e rischio incendi
Come abbiamo ripetuto diverse volte e come leggiamo anche sul sito ufficiale Volkswagen, le auto elettriche garantiscono i massimi standard di sicurezza, come le vetture tradizionali. Esistono dei dispositivi di sicurezza appositi che evitano il rischio di incendi e di folgorazione, ad esempio, isolando immediatamente la batteria in caso di incidente. Non mancano strutture di protezione delle batterie e così via. Di recente, abbiamo approfondito l’argomento in merito al rischio di incendio. Potete leggere quindi l’articolo Le auto elettriche presentano un maggiore rischio di incendio rispetto alle auto termiche o no? per maggiori informazioni.