Ora i dazi sulle auto elettriche cinesi in UE sono ufficiali: l’UE ha confermato l’aumento delle tariffe doganali relative alle importazioni delle auto elettriche dalla Cina con importi che vanno da un minimo del 17,4% ad un massimo del 38,1%.
La Commissione europea ha quindi deciso di applicare diverse tipologie di dazi in modo individuale ai vari marchi coinvolti, in base al livello di sussidi ricevuti e al livello di collaborazione messo a disposizione dalle varie case produttrici durante l’indagine anti-dumping. Ecco le tariffe previste per i vari produttori, che si aggiungono a quelle già applicate del 10%:
- BYD: 17,4%
- Geely: 20%
- SAIC: 38,1%
- Altri marchi che hanno collaborato (non inclusi nelle ispezioni): 21%
- Marchi che non hanno collaborato: 38,1%
Caso a parte per Tesla, casa automobilistica che produce anche in Cina: previa richiesta motivata potrà pagare un importo calcolato individualmente ma solo dopo la sentenza definitiva dell’inchiesta sull’anti-dumping.
Per contestualizzare al meglio la situazione, vi ricordiamo che Geely ha nel suo portfolio marchi come Polestar, Lynk&Co, Volvo, Lotus, (parzialmente) Smart e altri. SAIC è, ad esempio, proprietaria di MG. Ancora, tra i marchi che hanno collaborato troviamo Xpeng, Nio, Chery, Aiways, alcune joint venture con marchi europei e altri brand.
Questi dazi saranno in vigore dal 4 Luglio 2024 e saranno temporanei in quanto dureranno per cinque anni. Tuttavia, si parla di un provvedimento retroattivo che includerà i tre mesi precedenti all’entrata in vigore. I dazi, però, non saranno incassati dall’UE fino a novembre, ovvero fino a che non ci sarà una ratifica definitiva da parte degli Stati membri dell’Unione Europea.
La situazione è, quindi, ancora in fase di sviluppo considerando che ci sono molteplici pareri contrastanti: a favore troviamo Italia, Spagna e Francia mentre tra le nazioni contrarie troviamo la Germania. Anche molti produttori occidentali non sono del tutto convinti sull’aumento dei dazi di importazione.
La Cina ha, infine, criticato questa misura e l’ha definita come dannosa per gli interessi della stessa Europa, oltre che contraria ai principi dell’economia di mercato e alle regole del commercio internazionale, come si legge su Sicurauto.it.
Vedremo cosa accadrà nei prossimi tempi e quali saranno gli eventuali sviluppi in merito alla questione.