Dal 2035 si concretizzerà lo stop ai motori termici delle autovetture, ovvero quelli alimentati dai classici carburanti quali diesel e benzina. Di fatto, sarà impossibile vendere nuove auto con motore endotermico oltre quella data, con una conseguente crescita forzata dei mezzi 100% elettrici. L’unica soluzione che appare, ad oggi, percorribile per salvare il motore endotermico è quella di sfruttare i cosiddetti e-fuel, ovvero dei Bio-Carburanti puliti.
Cosa sono i Bio-Carburanti?
Nel dettaglio, i Bio-Carburanti possono essere ottenuti da diversi elementi di scarto e sarebbero capaci di abbattere le emissioni inquinanti di CO2.
Tra le fonti principali, usate per la produzione di questi Hydrotreated Vegetable Oil (HVO), troviamo:
- Oli vegetali
- Oli da cucina esausti
- Grassi animali
- Rifiuti
- Scarti agricoli e forestali
In Italia la produzione di Bio-Carburanti fa rima con Eni che con il suo Waste To Fuel e le sue tecnologie brevettate sta riconvertendo diverse raffinerie, come Gela e Venezia, e ha piani per lo sviluppo sostenibile delle fonti impiegate nel processo.
Il vantaggio decisivo del Waste to Fuel è la possibilità di trasformare in bio olio un rifiuto che ha un costo di smaltimento, producendo una materia prima seconda (MPS) utile attraverso i principi dell’economia circolare.
Fonte: Eni
L’alternativa all’elettrico?
Di fatto, i Bio-Carburanti possono rappresentare una validissima alternativa all’alimentazione elettrica delle autovetture, la quale porta con sé numerose sfide e criticità su scala globale, in primis considerando le infrastrutture e i costi delle vetture che sono molto più alti rispetto alla media.
Creati in Paesi in cui siamo già presenti, gli agro-hub mirano a sviluppare una filiera nei biocarburanti ottenuti da materie prime che non competono direttamente con cicli alimentari, come residui di lavorazione agricola, colture non destinate all’alimentazione o alla produzione di foraggio e coltivazioni di copertura in alternanza ai raccolti.
Fonte: Eni
C’è da considerare, in ogni caso, che gli investimenti globali a favore dello sviluppo di batterie e auto elettriche sono piuttosto sostanziosi e difficilmente potremo assistere ad un cambio totale di tendenza. Magari i Bio-Carburanti potranno sostenere la fase di transizione all’elettrico puro, insieme alle auto ibride che già conosciamo.
Staremo a vedere cosa accadrà nel prossimo futuro, man mano che ci avvicineremo alle date fissate dai vari obiettivi europei e internazionali. Il prossimo step è fissato per il 2026, anno in cui l’UE effettuerà una valutazione intermedia per analizzare i progressi fatti. Di certo, i Bio-Carburanti non sono stati tralasciati e l’UE sarebbe pronta a lasciare aperto uno spiraglio, qualora questi dovessero garantire emissioni zero.
Nel 2026 la Commissione valuterà i progressi compiuti verso il conseguimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni del 100% e la necessità di rivedere tali obiettivi tenendo conto degli sviluppi tecnologici — anche per quanto riguarda le tecnologie ibride plug-in — e dell’importanza di una transizione sostenibile e socialmente equa verso l’azzeramento delle emissioni.
Fonte: Consiglio dell’Unione europea
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